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IMMANUEL ROMANO - Posi le mie parole al servizio della mia anima

Who we are

Immmanuel Romano

Immanuel Romano, noto anche come Immanuel ben Shelomoh ha-Romi, è stato uno dei più importanti poeti ebrei del tardo medioevo, la cui opera ha lasciato un’impronta significativa nella letteratura ebraica e italiana.

What we do?

Il Mahbaroth

Nel “Mahbaroth”, Immanuel esplora temi religiosi e filosofici attraverso una combinazione di prosa rimata e poesia. La sua opera è un esempio del sincretismo culturale del suo tempo, in cui elementi della poesia araba e della tradizione ebraica si fondono con le influenze della letteratura italiana. La sua padronanza del linguaggio biblico gli permise di giocare con i lemmi ebraici e i rimandi filosofici, rendendo la sua poesia un “gioiello linguistico” ricco di significati profondi e complessi.

Nato a Roma intorno al 1261, Immanuel proveniva da una famiglia di spicco della comunità ebraica romana, e fu educato in modo approfondito nelle discipline rabbiniche, bibliche e talmudiche. Era inoltre versato nella filosofia araba e cristiana, dimostrando un’apertura intellettuale rara per l’epoca.

Immanuel trascorse una parte significativa della sua vita in esilio, spesso alla ricerca di mecenati che potessero offrirgli protezione e supporto. Durante il suo soggiorno a Fermo, trovò rifugio presso un mecenate che egli chiamava “Sar”. Fu proprio su suggerimento di questo mecenate che Immanuel riunì i suoi scritti in versi e prosa in un’opera intitolata “Mahbaroth”. Questa raccolta è composta da ventotto capitoli, tra cui il celebre “Ha-Tofet weha-Eden” (Inferno e Paradiso), che è fortemente ispirato dalla “Divina Commedia” di Dante Alighieri

Nato a Roma intorno al 1261, Immanuel proveniva da una famiglia di spicco della comunità ebraica romana, e fu educato in modo approfondito nelle discipline rabbiniche, bibliche e talmudiche. Era inoltre versato nella filosofia araba e cristiana, dimostrando un’apertura intellettuale rara per l’epoca.

Immanuel trascorse una parte significativa della sua vita in esilio, spesso alla ricerca di mecenati che potessero offrirgli protezione e supporto. Durante il suo soggiorno a Fermo, trovò rifugio presso un mecenate che egli chiamava “Sar”. Fu proprio su suggerimento di questo mecenate che Immanuel riunì i suoi scritti in versi e prosa in un’opera intitolata “Mahbaroth”. Questa raccolta è composta da ventotto capitoli, tra cui il celebre “Ha-Tofet weha-Eden” (Inferno e Paradiso), che è fortemente ispirato dalla “Divina Commedia” di Dante Alighieri.

Immanuel fu anche uno dei primi poeti a sperimentare la metrica del sonetto in ebraico, un’impresa che dimostra la sua capacità di adattare le forme poetiche italiane alla sua lingua madre. La sua abilità nel trasporre la metrica italiana al contesto ebraico lo rende un pioniere e un innovatore nella poesia ebraica medievale​

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