Intervista

Alessandro Conterno

Officina del Tempo

Le ragioni del cambiamento, la metafora di un viaggio.

L’intervista tratta principalmente del viaggio come metafora di cambiamento e innovazione, riflettendo su come la semplicità e la scoperta siano spesso più importanti del consumismo moderno. L’intervistato racconta la sua esperienza di un viaggio in canoa da giovane, evidenziando come quell’esperienza abbia scosso i suoi schemi mentali e aperto nuove prospettive. Il viaggio non è solo fisico, ma anche un’esperienza interiore che permette di osservare il mondo con occhi nuovi, anche in contesti apparentemente banali, come la periferia di Milano.

Si esplora inoltre il concetto di innovazione e creatività, sottolineando come la capacità di rischiare sia essenziale per creare qualcosa di veramente nuovo. Negli anni ’30, l’industria italiana, con esempi come l’Alfa Romeo, era in grado di innovare perché spinta dalla collaborazione tra persone che cercavano il progresso, non solo il profitto immediato. Tuttavia, il monopolio e la finanziarizzazione dell’economia hanno ridotto queste possibilità, concentrando il potere nelle mani di pochi e riducendo la capacità delle persone di creare valore reale e sostenibile.

Il giardino delle idee

 

 

Nell’intervista ad Alessandro Conterno, emerge un forte parallelismo tra il viaggio fisico e il viaggio interiore, entrambi intesi come strumenti di innovazione e trasformazione personale. Conterno introduce il concetto del viaggio come una rottura degli schemi abituali, affermando che il viaggio permette di “costruire una mitologia del posto, del luogo, del perché si fa un viaggio”. Questo riflette la sua convinzione che il viaggio non sia solo una scoperta geografica, ma anche culturale e spirituale, offrendo opportunità per comprendere meglio il mondo e se stessi.

Un esempio centrale della sua riflessione è il suo primo viaggio da giovane, un’avventura in canoa lungo il Po verso Venezia e Trieste. Questo viaggio rappresenta per Conterno il momento di rottura con la routine e l’innesco di una nuova percezione della realtà. La sua esperienza personale è simbolo di un cammino di scoperta, ma anche di ritorno a una vita più semplice e autentica, lontana dalle complessità del mondo moderno, come si evince dal suo commento: “Non me ne frega niente di prendere un aereo, andare alle Maldive per avere sensi di colpa del cherosene per andare in hotel che non esprime nulla del luogo dove vanno”. Qui, Conterno mette in luce il suo rifiuto di una modernità superficiale, preferendo esperienze più profonde e legate alla realtà dei luoghi.

Questa riflessione si collega strettamente alla cultura immateriale, poiché per Conterno la vera ricchezza del viaggio risiede nell’interazione con la cultura, le tradizioni e la natura dei luoghi visitati. Il suo discorso riflette una ricerca di autenticità, espressa anche attraverso la sua metafora dell’orto. L’orto, per Conterno, è un esempio perfetto di viaggio: “Anche l’orto, secondo me, fa parte di questa tipologia del viaggio”. Prendersi cura di un orto richiede pazienza, rispetto per la natura e una profonda comprensione dei cicli vitali. In questo senso, l’orto non è solo uno spazio fisico, ma anche una metafora della connessione con la terra e con il patrimonio culturale che essa rappresenta.

Conterno approfondisce poi il tema dell’innovazione, sottolineando come essa debba essere accompagnata da un certo grado di rischio. Nel parlare dell’industria automobilistica italiana degli anni ’30, osserva come “questa capacità innovativa non era soltanto diretta alla produzione del reddito, ma era formata da gruppi e team di persone che lavoravano insieme per creare qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo”. Conterno evidenzia la necessità di prendere rischi per creare qualcosa di veramente innovativo, paragonando questa capacità di innovare al viaggio, che porta alla scoperta di nuove realtà. Questa è una critica alla finanziarizzazione dell’economia, che secondo Conterno ha tolto alle persone la possibilità di creare ricchezza reale e duratura.

Un altro tema chiave è l’importanza della distribuzione della conoscenza e delle risorse, che secondo Conterno era un elemento centrale nel passato, quando le comunità e le aziende collaboravano per creare qualcosa di nuovo. Nel suo discorso, sottolinea la critica verso i monopoli, che oggi dominano molti settori e limitano la capacità innovativa delle piccole realtà. Qui, la sua riflessione si allinea con l’idea che la cultura immateriale, come le tradizioni agricole o artigianali, sia messa a rischio dalla centralizzazione del potere economico e produttivo.

Concludendo l’intervista, Conterno esprime la sua visione sull’importanza della verità e dell’introspezione come mezzi per superare le difficoltà del mondo moderno. La sua proposta di “uscire dall’ipocrisia e dirci la verità” riflette un desiderio di ritrovare un equilibrio più autentico tra l’uomo, la natura e la società, e si collega alla sua convinzione che la cultura immateriale – fatta di sapere, tradizioni e esperienze – possa essere il ponte verso una maggiore consapevolezza e armonia con il mondo che ci circonda.

Intervista realizzate da:
Chiara Renzi, Primigenia
Coordinatrice della sezione Paesaggio Culturale

paesaggio@culturaimmateriale.com

Riprese:
Luca Incorvaia

Prodotto da:
Dromosphera Film Production per culturaimmateriale.com

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Sostegno alla Creazione d’Impresa
(DDS. 995/SIP/2022)

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